Arriva saltellando su una gamba sola, con tutti i segni del tempo sulla pelle, felicemente viva e spudoratamente insistente e solare la 25° edizione di Utopia del Buongusto. Si riparte dalla serata 1430, certificata e numerata come le migliori bottiglie di vino.
Sarebbe giusto commuoversi e trovare il modo di fermarsi 10 minuti e dare inizio a qualche sobrio festeggiamento. Unire in un viaggio di 5 mesi un quazzabuglio scoppiettante fatto di cotanti artisti, cuochi, scrittori e mangiatori di cantuccini è impresa veramente titanica. Questo libretto ha da essere la nostra guida per star dentro al fiumiciattolo delle cose belle dell'estate. Un calendario sussurrato di tantissimi spettacoli che in questa edizione da 1/4 di secolo è forse il più ricco e sorprendente di sempre. Artisti! Che bella cosa aver modo di starci insieme. Sebbene siano sempre stati un’infantile misura tra l'egocentrismo e la santità, gli artisti oggi sono proprio un esempio di meraviglia su come l'animo umano valga sempre più di quasi tutte le cianfrusaglie che smerdano questo mondo. Artisti (quelli veri) sono gli unici che potrebbero far invertire la rotta a questa epoca di impaurimenti e minacce. Quando il mondo "social" sarà un ricordo tardo medievale, qualche scrittore, pensatore, filosofo stramparlone pronto ad invitarvi a cena per dibatter d'amori e viaggi, credo, lo troverete sempre. La ricetta più gaudente di Utopia è: arrivare all'ora giusta, guardarsi intorno perchè è un bell'intorno quello che abbiamo nelle serate del festival, dar poi godimenti al palato, abbandonarsi alle follie dei teatranti dell'occasione e poi, tra chiacchiere, baci e cantuccini riconsegnarsi più lentamente possibile al domani. Sfogliate con attenzione, leggete e conservate questo libretto di cartapaglia come se fosse l'unica mappa del tesoro rimasta, la strada segnata dalle mollichine di pane che vi regalerà la compagnia di gente ganza ed accogliente.
Intanto gustatevi un assaggio dei prossimi appuntamenti
Come sempre il motto del festival è
"Si può solo soffrire o godere, godicchiare non è serio"
(A.Kaemmerle)